Ideare, sperimentare e condividere nell’ottica dell’open innovation.

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Concetto chiave: trasformazione digitale. La parola trasformazione, dal latino trans oltre, al di là, e forma aspetto, racchiude in sé il significato del processo a cui stiamo assistendo. Le grandi e le PMI non tradiscono la propria essenza, i valori che le rappresentano, la propria mission, ma si aprono verso l’esterno per rinnovare le idee, gli spunti e le soluzioni con lo scopo di creare più valore e competere meglio sul mercato.

"Là fuori c’è materia prima di così alta qualità che anche le aziende più brillanti non possono permettersi di rimanere a guardare ignorandola", sostiene Henry Chesbrough, ideatore del modello open innovation. Ed è quello che le aziende stanno sperimentando, scegliendo di non ricorrere più solo a risorse e modelli interni ma a strumenti e competenze che arrivano dall’esterno, ovvero startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

3PUNTOZERO E L’OPEN INNOVATION

Il vecchio modello della closed innovation, ovvero il classico rapporto one-to-one tra l’azienda e il cliente che imponeva all’impresa di muoversi solo nel proprio perimetro operativo, ormai non è più sufficiente. Le tecnologie si sviluppano rapidamente, il ciclo di vita dei prodotti e dei servizi si è ridotto drasticamente e il capitale umano, strutturale, sociale e relazionale è diventato più flessibile e disponibile. Si è reso essenziale abbracciare una nuova filosofia, quella della collaborazione. 

La 3puntozero ha compreso appieno quanto le competenze non possono restare di proprietà di una singola azienda ma vanno continuamente create e condivise per generare valore aggiunto e offrire il meglio ai propri clienti. Già da qualche anno infatti, ha ampliato i confini aziendali e si è aperta al confronto con istituzioni, enti, startup, centri di ricerca e, di conseguenza, all’integrazione di risorse, modelli e nuove abilità.  

"Ci siamo riscoperti più efficienti e pronti a rispondere ai bisogni del mercato", ci racconta Giovanni Carbonara, Gestione progetti e strategie di digital marketing per 3puntozero, "perché il dialogo con l’esterno ci ha permesso di proporre le nostre tecnologie di processo, di prodotto e di mercato e di acquisirne di nuove, facilitando la risoluzione di problemi e combinando fonti di soluzioni innovative interne ed esterne". L’innovazione viene affrontata in maniera più organica e strategica, meno ripiegata sul singolo prodotto. La connessione e contaminazione con l’esterno conduce a due risultati: si incontrano realtà in grado di accelerare il proprio business e allo stesso tempo si contribuisce alla cultura dell’innovazione all’interno dell’azienda. Come ha spiegato Solomon Darwin, direttore esecutivo del Garwood Center for Corporate Innovation presso l’Università della California, le grandi aziende sono dinosauri che hanno bisogno di rinnovamento e per questo si rivolgono alle giovani imprese. Allo stesso tempo le giovani imprese sono simili a uova, hanno bisogno di un ambiente protettivo che funga da incubatore per crescere e rafforzarsi.

"In quest’ottica, ci è stato chiaro quanto coinvolgere giovani risorse avrebbe dato inizio a un circolo virtuoso con vantaggi per ogni soggetto interessato", continua Carbonara. La 3puntozero, in partnership con l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, Unioncamere e Google, ha per esempio aderito al programma Crescere in Digitale per promuovere, attraverso l'acquisizione di competenze digitali, l'occupabilità di giovani NEET e investire sulle loro capacità. Questo si è tradotto in tirocini formativi extracurriculari della durata di 6 mesi che hanno permesso ai giovani di vivere un’esperienza altamente professionale, assistiti da un piano formativo personalizzato e da una community di colleghi ed esperti. Lavorare in sinergia, quasi come in una comunità di coworking, ha anche arricchito il rapporto già esistente tra il Gruppo Mangini e la 3puntozero, che ha pianificato corsi di formazione in azienda gestiti da personale reclutato proprio tramite Crescere in Digitale.

Open innovation oggi significa conoscenza che si muove in tutte le direzioni grazie alla rapidità, efficacia e pervasività delle nuove tecnologie e strategie. È necessario perciò smettere di essere miopi e cominciare a guardare lontano, a lasciarsi ispirare, a trasmettere le proprie competenze e strumenti ed essere pronti a fare tesoro di quelle che giungeranno dall’esterno.